martedì 17 novembre 2015

Padre Pietro Turati (Nuvolera 19/10/1919 - Gelib (Somalia) 8 febbraio 1991 - Martire francescano

Con la mia voce al Signore grido aiuto,
con la mia voce supplico il Signore
Salmo 141



Padre Pietro Turati (Ordine Frati Minori) è nato in un paese del bresciano, Nuvolera, ma ha voluto morire nella sua patria d'elezione, la Somalia, a Gelib. Pur essendo in grande pericolo di vita non ha voluto lasciare i suoi lebbrosi somali, i suoi orfanelli. L'8 febbraio 1991 (data presunta della morte) è stato barbaramente ucciso, accoltellato di notte, nella sua casa, da ribelli nell'ambito della guerra civile somala che ha insanguinato il paese e che dura a tutt'oggi.
Durante questa guerra furono molti i cristiani  assassinati dagli islamici.
Il 9 luglio 1989, due anni prima, era stato assassinato l'amico fraterno di padre Pietro,  Salvatore Colombo, sacerdote francescano, da 42 anni in Somalia, vescovo di Mogadiscio.
Un colpo di pistola al cuore sparato da un assassino rimasto ignoto ha stroncato la sua  vita fuori della cattedrale di Mogadiscio.


Cattedrale di Mogadiscio prima della distruzione
Il 9 gennaio 1991 erano state assalite, saccheggiate e date alle fiamme la residenza dei missionari e la cattedrale di Mogadiscio, bruciati la preziosa biblioteca e l'archivio. Bruciati gli altari, bruciata la sacrestia, bruciato l'organo, bruciate le stanze dei missionari. Anche ministeri, ospedali, università furono distrutti. Si sparava ovunque. In cattedrale comparvero scritte anticristiane sui muri, le tombe dei vescovi furono violate e i resti dispersi. La comunità cristiana somala era dispersa. Anche l'altra chiesa cattolica di Mogadiscio, dedicata al Sacro Cuore di Gesù subì la stessa sorte. Distrutte e saccheggiate anche le residenze delle suore.   Italiani e religiosi si rifugiarono nell'ambasciata italiana che li fece trasferire su mezzi blindati all'aeroporto dove riuscirono a imbarcarsi su aerei diretti prima a Mombasa e poi finalmente in Italia.
Padre Pietro rimase assolutamente solo a Gelib con gli orfani ricoverati nell'edificio dell'ex missione. Il mattino dell'8 febbraio padre Pietro fu trovato morto in casa con ferite da coltello. Fu sepolto nel cortile della missione, per ordine del santone (capo villaggio musulmano), ed è stato sepolto con il suo vestito da lavoro tutto insanguinato. Non aveva neppure la sua bara (che tutti i missionari francescani si portano appresso quando vanno in missione), perché l'aveva regalata a un morto italiano a cui lui stesso, poco tempo prima, aveva dato cristiana sepoltura, Come Francesco, nudo nella nuda terra, spogliato di tutto.
A chi volesse approfondire la storia esemplarmente cristiana e commovente di padre Pietro Turati consigliamo vivamente  la lettura del libro "Padre Pietro Turati, martire francescano in Somalia (da cui sono state ispirate queste note) scritto da due suoi confratelli, frati minori come lui, missionari  che hanno avuto la grazia di conoscerlo e frequentarlo mentre era in vita, padre Filiberto Sabbadin e padre Massimiliano Taroni. Fra Taroni lo conobbe giovanissimo, 23 anni, a Mogadiscio nel luglio 1989, poco dopo l'assassinio di monsignor Colombo, assassinio di cui l'allora giovanissimo padre Taroni fu testimone. Tutti questi frati hanno un luogo in comune: la Basilica dedicata a Sant'Antonio di Padova a Milano in via Carlo Farini 10. Monsignor Colombo è sepolto in questa basilica all'altare dedicato a san Francesco d'Assisi. Padre Filiberto Sabbadin, missionario per 26 anni e autore di molti bellissimi libri, ha servito molti anni nel convento dei frati minori annesso alla basilica (impossibile dimenticare le sue profonde, coraggiose omelie, il suo piglio energico e nello stesso tempo misericordioso in confessionale)  e adesso riposa nel Campo XI del cimitero Maggiore di Milano, insieme ai confratelli dell'Ordine dei Frati Minori. Qui riposa anche Fulgenzio, cattolico laico somalo di Mogadiscio,fuggito anche lui dalla Somalia in quel terribile anno. Fulgenzio ha rischiato la vita (era un islamico convertito), ma è rimasto fedele al suo Gesù e ai frati. A Milano, profugo, ha prestato servizio per più di vent'anni, come sacrestano, presso la chiesa francescana di Sant'Angelo, in Moscova ed è morto il 25 maggio 2015. Padre Massimiliano Taroni, il più giovane, ha servito presso il santuario basilica di sant'Antonio come Segretario delle missioni francescane lombarde e anche lui è autore di molte notevoli pubblicazioni. Padre Pietro Turati è stato trasferito nel convento di via Farini a Milano nel 1947 per frequentare l'ultimo anno di teologia. Dopo l'ordinazione sacerdotale ricevuta il 27 giugno 1948 nel Duomo di Milano dalle mani del Cardinale Ildefonso Schuster, è partito, come da sua insistente richiesta, ai primi del mese di agosto, per la Somalia da cui non è più tornato.


Preghiera di intercessione


Per informazioni, per ricevere immagini o segnalare grazie ricevute per l'intercessione di
Padre Pietro Turati, rivolgersi a:
Segretariato Missioni Francescane lombarde - Convento di San Francesco, via S. Francesco, 7
24060 Cividino (BG)
Tel.  030 732202 - 73171
e-mail missioni@fratiminori.it

Bibliografia

Titolo: PADRE PIETRO TURATI - Martire francescano in Somalia
Autori: Filiberto Sabbadin e Massimiliano Taroni
Casa Editrice: VELAR

LINK

SANTI E BEATI
FRATI MINORI DI LOMBARDIA
EDITRICE VELAR
GOOGLE BOOKS - TESTIMONIANZA
Chiesa cattolica in Somalia - Wikipedia
Africa il paradiso perduto di Mario Tonini Bossi
Gazzetta del Mezzogiorno - I resti di 700 italiani di Mogadiscio, recuperati dall'esercito e tumulati a Bari
Diocesi di Padova - La Chiesa Cattolica in Somalia
Diocesi di Gibuti - Wikipedia
Parrocchia di Virle Treponti


La tomba di Padre Pietro Turati, 
visitata dal Vescovo di Gibuti, Giorgio Bertin