giovedì 13 dicembre 2012

Chiara Corbella Petrillo (1984- 2012) - Sposa e Mamma Coraggio

" Alle mamme vorrei
dire che conta il
fatto di avere avuto
il dono del figlio, 
non il tempo che ci 
è riservato di
starecon lui".

Link aSito ufficiale di Chiara Corbella Petrillo
Link aChiara Corbella Petrillo - OFM Assisi



La storia di Chiara Corbella Petrillo, mamma coraggiosa, ha commosso l'Italia intera. La giovane ventottenne romana ha preferito salvare la vita di suo figlio Francesco, piuttosto che preservare la sua. Al quinto mese di gravidanza le era stato diagnosticato un carcinoma, i medici sono stati subito chiari "o la gravidanza o le cure". Chiara ha scelto la gravidanza e solo dopo aver dato alla luce Francesco ha potuto sottoporsi alle sedute di chemio. Ma, il 13 giugno 2012,  il suo cuore ha ceduto. Chiara non ce l'ha fatta. A ricordare per sempre il suo amore per la vita ed il suo coraggio rimangono il marito Enrico e il figlioletto Francesco.

          Il percorso di questa mamma coraggiosa e dalla fede incrollabile inizia qualche anno fa. Dopo aver conosciuto Enrico durante un pellegrinaggio a Medjugorie, i due si sono innamorati e nel 2008 si sono sposati. subito dopo il matrimonio arriva la prima gravidanza di Chiara, che viene accolta con grande gioia dalla famiglia. Ma a frenare gli entusiasmi arriva la notizia che la bambina, per cui era stato scelto il nome di Maria, presenta una grave malformazione. Già dalle prime ecografie è evidente che Maria è affetta da anencefalia (malformazione che provoca la totale assenza di calotta cranica intorno al cervello). Il papà e la mamma non si perdono d'animo e fanno nascere ugualmente la bambina, che muore dopo soli 30 minuti dal parto. Nonostante ciò la grande fede di Chiara le permette di vivere la gravidanza serenamente e di goderne ogni giorno.

          Poco dopo, una seconda gravidanza riporta la speranza nei cuori dei due genitori. questa volta si tratta di un maschietto, Davide, a cui però, come per la sorellina, viene diagnosticata una malformazione agli arti inferiori del corpo. Il bambino nasce senza gambe e muore dopo poco tempo. Nonostante le sofferenze per la prematura morte dei due bambini, Chiara ed Enrico dimostrano ancora grande forza e voglia di donare la vita. Dopo poco, infatti,  Chiara è di nuovo incinta, Il bambino, Francesco, si rivela sano fin dalle prime ecografie. Fino al quinto mese la gravidanza prosegue serena, quando a Chiara viene diagnosticato un carcinoma, scoperto dopo una grave lesione alla lingua. 

          I medici sono stati immediatamente chiari "o la gravidanza o le cure". Chiara ha scelto la gravidanza e solo dopo aver dato alla luce Francesco ha potuto sottoporsi alle sedute di chemio. Nascerà Francesco bellissimo e sanissimo. Chiara comincia le cure ma è troppo tardi. Il resto del tempo che le resta è fatto d'amore, di preghiera, di dolore e di offerta. La famiglia prega insieme: Enrico suona la chitarra e Chiara canta i Salmi al suo piccolo e amatissimo Francesco. Tutti i giorni fin quando il Padre Celeste che è nei Cieli le concederà di chiudere gli occhi e nascere al Cielo. 

          I suoi funerali si sono celebrati il 16 giugno 2012 presso la parrocchia di Santa Francesca Romana su Via Ardeatina. C'erano migliaia di persone, anche il cardinale vicario, Agostino Vallini, non ha potuto trattenere le lacrime. 
Tratto da "Operazione Vita n° 32"

Il 13 giugno 2012, festa di S. Antonio di Padova,  è nata una Stella in Cielo.
Chiara Corbella Petrillo prega per noi.
          

          


Pubblicazioni:


Titolo: Siamo nati e non moriremo mai più - Storia di Chiara Corbella Petrillo

Autori: Simone Troisi  e Cristiana Pccini

lunedì 3 dicembre 2012

Padre Dalmazio Colombo - OFM - Groppello di Cassano d'Adda 19 maggio 1919 - Milano 8 novembre 1987


Biografia di Padre Dalmazio Colombo, ofm, tratta dalla pubblicazione di  Venanzio Tresoldi, ofm


Padre Dalmazio Colombo
Una vita per la Parola
Nuova editrice Delta

Presentazione  di Padre Tarcisio Colombotti - OFM - Ministro Provinciale

     Da sempre ho desiderato una pubblicazione a ricordo del carissimo P. Dalmazio Colombo del quale fui alunno per nove anni consecutivi ed al quale devo tutta la mia gratitudine per la scienza letteraria, artistica e biblica che mi ha comunicato con indicibile entusiasmo, amore e competenza.     Nel decennio della sua morte (08.11.1987) mi decisi a parlarne con alcuni frati i quali mi incoraggiarono ad attuare quel desiderio. Così incaricai Padre Marcellino Ripamonti di raccogliere il materiale necessario per concretizzare l'opera che ora viene alla luce.
     Si tratta di testimonianze vive scritte da coloro che hanno conosciuto e vissuto in fraternità con Padre Dalmazio, ma anche della sua produzione biblica magistralmente presentata da Padre Marcellino con la sua nota vivacità e passione per la S. Scrittura, accompagnata da due testi originali dello stesso Padre Dalmazio.
     Un volumetto prezioso perchè capace di far rivivere la figura amabile e intelligente del caro confratello che ha vissuto con intelligenza e cuore la parola di Geremia che dice: "Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia della mia vita" (Ger. 15,16).
     Ringrazio di cuore Padre Marcellino per le energie che ha speso a servizio di questo lavoro ben riuscito e certamente utile a conservare la memoria di un frate che ha servito la Chiesa e l'Ordinecon dedizione assoluta allo studio della Sacra Scrittura e all'insegnamento serio e apprezzato anche fuori dall'Ordine dei Frati Minori Un grazie sincero anche all'Archivista Provinciale Padre Abele Calufetti che ha fornito il materiale necessario per questo lavoro ed a tutti coloro che hanno generosamente collaborato con i loro contributi.




Introduzione di Padre Marcellino Ripamonti


"Parlare di Padre Dalmazio Colombo"

     Quando alcuni mesi fa il Provinciale mi chiese di scrivere di Padre Dalmazio, morto nel 1987, non dissi di no; ma, ripensandoci, mi accorsi del grave impegno che mi assumevo; varie le ragioni! Non ero mai stato in comunità con P. Dalmazio. Gli incontri con lui furono occasionali: funerali, capitoli, convegni. Ebbi occasione di ascoltare brevi spiegazioni di passi biblici, commenti a letture liturgiche, nient'altro.
     Qualche volta entrai nella sua stanza: vidi le cartelle di appunti in calligrafia rotonda, a vari colori, le sue cassette musicali, le sue dispense, le sue foto, ma non mi riuscì mai di trattenermi su qualche argomento biblico che mi stava a cuore.Tutto questo mi sembravano solo briciole: avrei potuto presentare Padre Dalmazio come un pane croccante, desiderabile, odoroso?
     Mi venne, allora, di pensare quando la mamma mi diceva di raccogliere le briciole, anche da terra, quando, poche volte alla settimana, si spezzava il pane bianco. Il pane, formato pagnotta, diceva la mamma, è fatto di tante briciole, e nessuna deve perdersi. Proprio come fa il prete, che dopo la comunione, raccoglie anche i frammenti più piccoli.
    Padre Dalmazio rivive in queste briciole (si fa per dire, infatti sono veramente grossi tozzi di pane) raccolte dalla memoria, stima, affetto di confratelli.
     Più di me hanno avuto la fortuna di conoscerlo, di viverci insieme, di sedere alla mensa della sua scienza e sapienza biblica, ascoltando le sue lezioni, i suoi cammini nei campi dell'arte, della cultura e letteratura greca e latina, dell'archeologia, della musica, della natura fissata, spesso, nelle foto.
     L'impressione potrebbe essere quella di un mosaico a cui manca qualche tessera, mentre si corre il rischio del ripetitivo.
     Ma questo succede anche quando l'autore è uno solo.
     La figura di P. Dalmazio è molto più ricca e complessa di quanto possa essere apparso a chi è vissuto con lui.
     quando nel futuro, ce lo auguriamo, qualcuno toglierà dall'archivio provincializio l'abbondante materiale raccolto nella sua stanza dopo la sua morte, e così accuratamente ordinato dall'Archivista Padre Abele Calufetti, si accorgerà di quanta ricchezza era fornito Padre Dalmazio.
     Il suo studiare, indagare, ricercare, tradurre il Libro Sacro scavava in lui capacità di leggere e capire quanto lo Spirito semina nel mondo. Nasceva qui la sua gioia, il suo godimento per la bellezza, la sua contemplazione, le sue "estasi" (la parola non è volontariamente caricata, ma usata nel suo significato primo) nell'aggirarsi per i sentieri della creazione.
     Aveva capito molto S. Francesco, di come il frate deve dedicarsi allo studio.
     Nè si può tacere, accettando il rischio di ripetersi, la sua attenzione, il suo amore alla Vergine Maria, attraverso i Libri Sapienziali e i Vangeli.
     La passione che l'aveva spronato tutta la vita fu l'insegnamento. Ad esso ha dedicato tempo, intelligenza, studio, ricerca, disagi di viaggi, in ogni stagione.
     Le sue lezioni, conservate nell'Archivio, quasi tutte scritte a mano, sono una testimonianza di come Padre Dalmazio ha trafficato i suoi talenti.
     Parlare di lui, come si è fatto, non è solo un atto di riconoscenza, ma un rendimento di grazie a Dio di avercelo dato.
     L'ordine con cui i vari contributi, qui stampati, si capisce da sè. Non c'è stato un anteporre o un postporre dettato da motivi che non fossero quelli di presentare, in modo completo, la figura del Confratello.
     Ripensando all'opera di Padre Dalmazio si deve sottolineare che ad essa è mancata la "circolazione", cioè quel riversarsi nei vari rami della teologia; è stata una sorgente abbondante che si è scavata un percorso, senza riuscire ad alimentare altri corsi o riceverla. Il presupposto era uno studentato teologico provinciale dove gli insegnanti delle varie discipline teologiche potessero alimentarsi a vicenda.
     gli studenti che beneficiavano, per primi, di tanta ricchezza, non erano certo nella condizione di operare nell'ambito interdisciplinare.
     Padre Dalmazio è rimasto come isolato scalatore di cime luminose, senza mai entrare in cordata. Le intuizioni e le letture, specialmente mariane, dell'Antico Testamento sono rimaste circoscritte a uno studio in funzione della scuola ma non in quella della predicazione, che fu sempre una fondamentale attività della Provincia.
     Senza rifarci ai secoli di S. Bernardino da Siena, del Beato Bernardino da Feltre o del nostro Bernardino da Bustis, molti Confratelli di una certa età potrebbero fare un elenco di predicatori nostri scomparsi da non molto, che, pur non avendo una ricchezza biblica, sapevano predicare teologia.
     Quando Padre Dalmazio, superando le difficoltà della pronuncia iniziò a predicare, soprattutto nella forma omiletica, tutti si accorgevano cos'era in lui la passione intelligente della Bibbia.
     Da qui scaturisce una proposta: stampare le sue opere in uno o più volumi perchè non vada perduta neppure una briciola.

Padre Dalmazio Colombo
     
       L'Autore: Padre Venanzio Tresoldi fu compagno d'infanzia, di collegio, di studi, di sacerdozio di Padre Dalmazio Colombo. Più di ogni altro ha potuto conoscerne tutti gli aspetti di carattere, di intelligenza, di vita. Con felice memoria, ne ha tracciato un profilo completo. Senza questa memoria, di P. Dalmazio si conoscerebbe molto poco. Grazie, P. Venanzio.
Riportiamo una breve biografia di Padre Dalmazio tratta dalla pubblicazione di cui sopra e alla quale si rimanda come insostituibile biografia di  Padre Dalmazio:
La dimora delle fate
Gruppo del Brenta
(foto e didascalia di Padre Dalmazio)




Salita al Sinai
(foto e didascalia di Padre Dalmazio)



Un sorriso per Lei
(foto e didascalia di Padre Dalmazio Colombo)


  • 1919 19 maggio - Nasce a Groppello_d'Adda e viene battezzato con il nome di Enrico.La famiglia abita in paese, lungo la via che costeggia il Naviglio della Martesana, in una delle corti più antiche di Groppello. Nasce in una famiglia numerosa (sette tra fratelli e sorelle), buona, onesta, stimata, povera ed operosa. 
  • 1930 3 settembre - Entra, giovanissimo, a seguito di una precoce vocazione, nel Collegio Serafico Missionario di Seiano. Si ambienta benissimo e inizia a frequentare la prima ginnasio in una classe di 25 ragazzi. Enrico si distingue subito per intelligenza e memoria; per il latino e l'italiano è sempre il primo.
  • 1930 8 dicembre - Nel giorno dell'Immacolata fa la vestizione di fratino. Per il 7° centenario della morte di S. Antonio di Padova fa parte della Schola Cantorum nel Santuario di S. Antonio a Milano.Riesce molto bene negli studi ed è sempre disponibile ad aiutare i compagni meno dotati.

  • 1939 1 ottobre - inizia il primo anno di Teologia a Busto Arsizio. Da questo momento si dedica quasi esclusivamente alla Sacra Scrittura, allo studio della Bibbia, sotto la guida di Padre Venceslao. Si applica allo studio del greco e dell'ebraico.
  • 1942 giugno - E'ordinato sacerdote dal Cardinale Schuster. Grande festa a Groppello. Festa di un giorno di guerra, pieno di ansietà, ricco di privazioni. Manca anche Padre Massimo, cappellano degli alpini in Alto Adige; mancano quasi tutti i suoi compagni di leva perchè al fronte.
  • 1945 gennaio - Ha una brutta avventura: il Gamba de legn che lo porta a Gorgonzola come aiuto a Padre Venanzio per le confessioni (durante le Quarant'ore), è mitragliato a Villa Pompea da un aereo inglese verso le 9 del mattino. Il Padre riesce a saltar fuori dal finestrino della vettura, ma nel trambusto si rompe gli occhiali (per lui indispensabili!). Arriva in Chiesa a Gorgonzola mezzo tramortito. Torna a Milano, nel pomeriggio del giorno seguente, a piedi, sulla strada coperta di neve, facile bersaglio di aerei. Nello stesso anno inizia la sua grande passione per la fotografia di cui in seguito si impratichì perfettamente e... per le bocce... Si innamora anche delle opere d'arte (pittura, scultura, musei, chiese, stampe...), ma non è riuscito ad approfondire molto la Storia dell'Arte.
  • 1945 settembre - Approda a Roma, dopo un viaggio avventuroso durato due giorni e una notte accucciato nel rimorchio di un camion, per studiare la Sacra Scrittura all'Ateneo Antoniano. Studia intensamente, con passione, diventa più espansivo ed esuberante, nonchè capocoro della brigata dei cantori del terzo piano dell'Ateneo, luogo di amicizia e di libertà ma insieme di rispetto e di studio. A roma, in seguito, frequenta anche il Pontificio Istituto Biblico dove ha come Professori P. Alonso Schökel, e Padre Agostino Bea s.j. Padre Bea gli vuole sinceramente bene e tanto è gentile e disponibile verso di lui e altrettanto è severo negli esami.
  • 1948 estate - Nella Casa Alpina del Passo del Tonale, in due mesi, legge quasi tutte le opere filosofiche di    Platone (in greco) e di Cicerone (in latino), perchè - dice - mi servono per la tesi. Apprende anche il francese (bene) e l'inglese e studia anche il tedesco.
  • 1950 - Frequenta a Gerusalemme lo "Studio Biblico Francescano" dove ha come professori (tra gli altri) P. Donato Baldi e Padre Bellarmino Bagatti di cui diventerà grande estimatore per l'intuito (infallibile) archeologico e l'esemplarità della vita, e diverrà un suo buon amico.
  • 1951 - Pubblica due articoli sul Libro della Sapienza nel "Liber Annus" a Gerusalemme. 
  • 1953 - Torna definitivamente in Provincia. Insegna la Bibbia a Busto Arsizio, latino e greco nei Licei di Cividino, di Monza e di Sabbioncello.
  • 1964 - "Salmi - Cantico dei Cantici, Sapienza" in "La Sacra Bibbia", Garzanti, Milano 839-1180
  • 1965 - Insegna a Varese
  • 1968 - Insegna a Torino presso vari Istituti. A Torino alloggia nel convento provincializio di S. Antonio dove era beneamato dai Confratelli a motivo della sua giovialità davvero accattivante. In questi anni collabora alla traduzione della Bibbia dai testi originali in italiano. Questa Bibbia "Francescana" fu pubblicata dall'Editore Garzanti ed è considerata una delle migliori. Padre Dalmazio traduce e commenta i Salmi, il Cantico dei Cantici, il Libro della Sapienza e qualche altro.Ma è sempre pronto anche a scrivere articoli spicci riguardanti la Scrittura, aggiungendovi preziose annotazioni per una comprensione più approfondita dei testi originali. Insegna anche presso l'Istituto Teologico. A Torino Padre Dalmazio incontrò più volte il Prof. Maraldi, altro specialista di Bibbia e degli Apocrifi.
  • 1977 - Viene pubblicata a Vercelli dal Centro Mariano Chaminade l'Opera "Le donne nella Bibbia" di Padre Dalmazio. Sono 126 pagine che si leggono in un fiato, tanto sono interessanti: le tappe del cammino della donna per giungere a Gesù. La presentazione dell'opera è di Padre A. Miorelli S.M.
  • 1979 - Viene pubblicato dal Centro Mariano Chaminade il volume di 210 pagine che ha per titolo "Maria - Nei libri Sapienziali". Ora si sa che gli studi biblici di padre Dalmazio sulla Madonna non sono solo passione di studioso ma ricerca amorosa (amore e stima) della presenza di Maria in tanti altri passi della Bibbia oltre quelli già accettati dalla tradizione liturgica della Chiesa.
  • 1982 estate - chiede a Padre Venanzio Tresoldi  - missionario in Somalia - alcuni canti somali d'amore da porre in appendice, come omaggio alla Missione in Somalia, a un breve commento sul Cantico dei Cantici che aveva pronto da dare alla stampa.
  • 1982 - Viene pubblicata a Vercelli dalle Edizioni Marianiste l'Opera "Presenza di Maria in Luca 1 - 2". ..."Luca attesta essere stata Maria un'autentica discepola della Parola, una sua autentica interprete, una sua fedelissima trasmettitrice...".
  • 1983 - viene pubblicato a Vercelli dalle Edizioni Marianiste - Centro Mariano Chaminade il 3° studio di Padre Dalmazio che ha per titolo "Maria figlia di Sion". E' un volume di 118 pagine. Il titolo dato a Maria di Figlia di Sion  affonda le sue radici nell'Antico Testamento, in particolare nei testi dei Profeti Michea, Sofonia e Gioele. E' proprio su alcuni passi di questi Profeti che Padre Dalmazio concentra il suo rigoroso studio esegetico.
  • 1985 - "Cantico dei Cantici" commento di Padre Dalmazio Colombo - Queriniana Editrice  Brescia.
  • 1987 8 novembre - Padre Dalmazio muore per infarto. Al suo funerale, nella Basilica di S. Antonio a Milano, c'era una moltitudine di Frati. Era presente anche Monsignor Salvatore Colombo, Arcivescovo di Mogadiscio, assassinato nel 1989 a Mogadiscio. Le spoglie mortali di Padre Dalmazio riposano nel cimitero di Groppello d'Adda nella bella Cappella Funebre che fu  dell' Arcivescovo Luigi Nazari di Calabiana, divenuta poi  la Cappella del Clero, insieme a Padre Edoardo, Padre Massimo e altri beneamati Sacerdoti del paese. I suoi libri liturgici sono stati sistemati nella piccola Biblioteca di Baccanello. L'8 novembre 1987 è nata una Stella in Cielo. Padre Dalmazio prega per noi!

Lettera di Padre Angelico Martinoli a Padre Dalmazio dopo la sua morte:

Carissimo Padre Dalmazio,

         non sono stato tra i fortunati tuoi allievi e quello che so di te è per via di tanti incontri e discussioni, non scolastici, ma per me sempre pieni di luce e serena letizia.

     Possedevi una cultura biblica aperta a tutto il campo della cultura classica del tempo. Ma in più avevi quell'entusiasmo contagioso, da cui io stesso mi sono trovato come avvolto e a cui devo l'essemi dedicato con tanta passione - pur non essendo del mestiere - alla Parola di Dio.

     Eppure eri semplice ed umile, accessibile a tutti, senza affettazioni. La tua semplicità disarmante - ricordi? - Un giorno ti mise in serio pericolo, quando presentandoti in sembiante di fantasma ad un confratello apprensivo l'hai così terrorizzato prima, ma poi scatenato nella reazione al presunto fantasma, che solo una pronta fuga ti sottrasse al peggio.

     Non ricordo una tua parola men che riguardosa, nè una tua impennata d'ira o di orgoglio. Ricordo invece la tua passione per il cantare: dal canto liturgico e religioso a quello dei cori alpini o della terra partenopea - l'immancabile "Catarì, che vieni a dicere..." -. Memorabile l'esito di un canto in lingua ebraica sul "bus" che ci portava al Sinai: sciolse il cuore e gli occhi di ghiaccio della giovane accompagnatrice ebrea e quello dell'autista spagnolo, pure ebreo, che in segno di gratitudine cantò per noi in perfetto napoletano: "O sole mio" a cui tu unisti la tua voce tenorile.

     Ero ad Alassio impegnato a un corso di esercizi a quelle Clarisse, quando mi giunse inimmaginabile la notizia che te ne eri andato con sorella morte.
Fu tale l'emozione che di getto mi venne questa poesia. Te la riscrivo se mai non ti fosse giunta ancora, nella speranza che tu mi ottenga di mantenere l'amore alla Parola di Dio. Prega per noi tutti.

     Tuo aff.mo confratello minore,
P. Angelico M.

In Memoria del confratello Padre Dalmazio Colombo
promotore d'amore alla Parola di Dio


Non sentiremo più la voce amica
della Parola
che tu indagando
alta ci offrivi a pio conforto
e amabile speranza,
nell'ora amara di sorella morte.

non canta più per noi la tua canzone
i Salmi di Jahwèh
e le sue grandi imprese.
Si è chiusa sulla terra la tua bocca
che dischiudeva a noi
fraternamente
le misteriose gioie del credente
entrato nell'intimità di Dio.

Sentivi un fuoco dentro le tue ossa
che si placava solo nell'insegnamento
ansioso di salire e penetrare
sempre più dentro le segrete cose
che disegnavi
come liturgia
su grandi fogli con aperta mano.

Ora che vedi ciò che non vediamo,
or che tu sei
quello che ancor non siamo
guidaci al vero
dove la vita è libertà di figli
dove è shalòm perenne.



Chiare fresche dolci acque.
E intorno un'aria gelida dall'alto sussurra pei rami del melo,
e dalle frondi stormenti piove sapore.
(Saffo)




     

mercoledì 14 novembre 2012

dott. ing. Leonardo Maria Adler - Frate Minore (ofm) - Milano, 4 agosto 1882 - Milano, 16 dicembre 1965

Biografia di Padre Leonardo Maria Adler, OFM, tratta dalla pubblicazione di  Abele Calufetti, ofm:

DA DIRETTORE GENERALE A FRATE FRANCESCANO - DOTT. ING. LEONARDO MARIA ADLER - Un Frate Minore singolare.

Presentazione 

Il padre S. Francesco, volendo descrivere il vero frate minore, piuttosto che stendere un elenco di virtù, presenta degli uomini reali, i suoi primi compagni, sottolineando di ciascuno la virtù caratteristica (cf. Speculum perfectionis 85). Il frate minore ideale risulta così la somma vivente di questi aspetti diversi della medesima vocazione. E' in questa logica che per noi, frati minori di Lombardia, è importante ripresentare innanzitutto a noi stessi, e poi a tutti, le figure caratteristiche che hanno fatto la nostra storia di francescani lombardi, nella consapevolezza che la storia personale di ogni confratello, nella sua unicità e particolarità, ci ridice con forza la bellezza di quella vocazione che tutti noi ora siamo chiamati a vivere e a testimoniare.

     Il nostro Archivista provinciale, fr. Abele Calufetti, ci ripresenta in questo scritto, l'avventura umana e cristiana di frate Leonardo Maria Adler; o meglio il suo incessante cammino di ricerca che lo ha portato dall'ebraismo al protestantesimo, al cattolicesimo e, in seno ad esso, alla consacrazione religiosa e il sacerdozio vissuti tra i frati minori della Provincia di Milano.

     "Da direttore generale a padre francescano" traccia in sintesi, soprattutto attraverso gli scritti autobiografici dell'Adler i tratti della personalità umana e spirituale di fr. Leonardo, descrivendo l'interessante itinerario, che dallo stesso viene definito "la mia via verso il Salvatore".
     Mentre ringrazio fr. Abele Calufetti, che attraverso questa sua opera e la paziente ricerca archivistica ci offre la possibilità di riscoprire l'interessante figura di questo frate minore, mi auguro che la pubblicazione possa far conoscere questa luminosa testimonianza cristiana e francescana non solo alle giovani generazioni francescane, ma a tutti coloro che, ancora oggi, per amore della verità sono in seria ricerca di un senso profondo da dare alla loro esistenza.

Fr. Francesco Bravi
Ministro provinciale

Padre Leonardo Adler e Papa Giovanni XXIII
Pubblicazione a cura della Provincia Lombarda O.F.M
Via Carlo Farini, 10 - 20154  MILANO - Anno 2003


Proponiamo un breve sunto della  storia di padre Leonardo Maria Adler. Le notizie sono tutte tratte dalla Pubblicazione di Padre Abele Calufetti che è uno scritto prezioso dal punto di vista spirituale e storico, esaustivo da ogni punto di vista .

  • 1882, 4 agosto - Leonardo nasce a Milano in una famiglia di religione israelita. Il padre Roberto (Moravia, 1845 - Stresa, 1895) riposa nel reparto ebraico del Cimitero Monumentale di Milano. La madre Enrichetta (Moravia, 1859 - Milano, 1960) riposa nel reparto cattolico dello stesso Cimitero Monumentale. Leonardo ha quattro fratelli, nati tutti a Milano: Bianca (nata nel 1881, trucidata in campo di concentramento nazista), Fanny, (1886 - 1955 a New York, dove era stata costretta al espatriare insieme al marito per motivi razziali), Edoardo (1883 - Milano, 1950) gerente della Ditta Adler & Eisenschitz, nello stesso campo lavorativo del padre Roberto (macchine industriali per la lavorazione del legno e del ferro), Maria (nata nel 1892, anche lei espatriata col marito a New York a causa dell'avvento di Hitler). Frequenta le scuole cattoliche e, fino ai dodici anni, i genitori non gli rivelano che era di religione israelita.
  • 1905 - Leonardo ottiene la laurea di ingegnere industriale ed elettrotecnico nell'Istituto Politecnico di Vienna, città nella quale si era trasferito con la famiglia dopo la morte del padre.
  • 1906 - Battesimo di Leonardo (con il consenso della madre), convertitosi al Protestantesimo, dopo aver ascoltato i discorsi domenicali sul Vangelo di un dotto pastore protestante. Il Battesimo è celebrato nella chiesa evangelica  dal Pastore dott. Ferdinando Schenner.
  • 1910 - Consegue il dottorato in scienze tecniche (Dr. Ing.) in base ad una dissertazione scientifica da lui presentata.
  • 1911, 7 ottobre - Si sposa a Vienna con Adelheit Poppy in rito protestante. La moglie (Vienna, 1888   - Merano, 1979), di origine inglese, era una "cattolicissima Terziaria domenicana".
  • 1912 - Passa alla Direzione Generale della CGE di Berlino, dove dal 1915 al 1920 fu anche Ingegnere Capo e Direttore dell'Azienda Tranviaria
  • 1913 - nasce a Berlino la figlia Sylvia (morta a Merano nel 1985), insegnante, ha scelto la vita consacrata come membro di un "Istituto ecclesiale secolare".
  • 1917 - gennaio - è richiamato alle armi. Gravemente malato è ricoverato all'ospedale di Krems presso Vienna dove viene curato dalle Suore francescane con immensa pazienza e carità. Incontrava qualche volta il Cappellano e si parlava di religione. Leonardo partecipava ogni mattina e ogni sera alle preghiere nella Cappella dell'ospedale situata di fronte alla sua stanza. In seguito è trasferito in Boemia per le cure termali. Qui, prima di recarsi alla fonte, assisteva quotidianamente alla santa messa nella chiesa adiacente. Un pomeriggio, pieno di pensieri e preoccupazioni per il suo avvenire, fa una passeggiata nella vicina boscaglia. Mentre cercava la via del ritorno, si trova all'improvviso in una radura, sullo sfondo dominava un grande Crocifisso sotto il quale c'era una magnifica icona della "Madonna Addolorata", con le parole che gli rimasero indimenticabili: "tu che più non credi a Lei, che stai freddo davanti alla sua immagine e non vuoi piegare il tuo ginocchio, Ella ti aiuta ugualmente. Se tu non invochi, è il tuo strazio, il tuo dolore che invoca, e questo vede la benedetta Madre Santa Maria!". Spontaneamente cade in ginocchio, prega e piange... E' già buio quando lascia quel luogo, ma nel suo animo si è accesa una luce indescrivibile e una gratitudine nuova: l'inizio della sua profonda devozione mariana. Questa effige della "Madre addolorata" si trova riprodotta su cartolina ormai consunta racchiusa in una busta del suo carteggio con le parole: "L'ho sempre portata con me nel portafoglio, insieme all'iscrizione che tanto mi commosse e che fu pure di speciale importanza per la mia conversione al cattolicesimo nel 1917."...
  • 1917 novembre - Divenuto cattolico,è ribattezzato "sub conditione" a Berlino dal Padre domenicano Francesco Stratmann nella chiesetta di Santa Maria Vittoria (Karlsstrasse).
  • 1917, 21 dicembre - Leonardo e Adelheit  si risposano a Berlino con rito cattolico.
  • 1918, 9 gennaio - Leonardo riceve la sua Prima Santa Comunione: "Il giorno più felice della mia vita".
  • 1918, novembre - prende parte per la prima volta agli esercizi spirituali, organizzati dai Padri Gesuiti presso Berlino.
  • 1919, 11 maggio - nasce a Berlino il figlio Manfred. Dopo il 1938, a causa delle leggi razziali imposte da regime fascista, fu coinvolto in diverse peripezie, anche belliche. Laureato in Lingua, Letteratura ed Istituzioni, Gruppo germanico, è attualmente membro dell'Associazione "Apostoli di Gesù Crocifisso", che si ispira al significato ascetico della "stimmatizzazione" di S. Pio di Pietrelcina: amare e far amare la Croce. Risiede a Merano.
  • 1920 - E' nominato Assessore Comunale di Berlino (lo sarà per 12 anni), unico cattolico nella Giunta di Berlino e Capo di tutto il traffico della capitale germanica che allora contava 5 milioni di abitanti.
  • 1923 - per circa 7 anni, dal 1923 al 1929 (epoca in cui, in seguito alla svalutazione della moneta, accadeva spesso che ladri scassinassero e rubassero nelle chiese berlinesi), passa un'intera notte ogni tre settimane a fare la guardia in chiesa, nonostante il lavoro quotidiano, in gran parte inginocchiato davanti al tabernacolo, dal quale irraggiavano grazia e gioia. Il Santo Rosario diviene una delle preghiere preferite.
  • 1925 - nasce il figlio Franz, Ispettore Forestale, sposato con tre figli, vive a Merano.
  • 1927 - su invito speciale del Duce, partecipa come membro d'onore al congresso Internazionale di Areonautica a Roma, dove tiene un'importante conferenza.
  • 1931 - Congresso Eucaristico di Norimberga - Leonardo tiene una conferenza sul tema "Dirigenza cattolica e santi Esercizi", che fu pubblicata in un fascicolo della libreria Germania di Berlino. Dichiara che, se dapprima la sua vita religiosa era rivolta piuttosto all'intelletto, poi divenne il cuore il centro delle sue aspirazioni, con una pratica di preghiera non più formalistica, o solo riflessa, ma meditativa e contemplativa.

Leonardo Adler negli anni '20
 Assessore Comunale a Berlino
  • 1932 - Leonardo, all'avvento della dittatura di Hitler, lascia la carica berlinese e torna in Italia, dove diventa consulente di grandi imprese elettrotecniche ed automobilistiche.
  • 1933, 6 gennaio - A Leonardo è conferita la Cresima  da mons. Cesare Orsenigo, Nunzio apostolico in Germania, nella sua cappella privata.
  • 1937 - Leonardo è chiamato in Libia dal governatore generale della libia, Italo Balbo, come suo consigliere tecnico.Durante il soggiorno tripolino viene invitato anche dal sindaco di Vienna a organizzare con metodi nuovi il servizio tranviario.
  • 1937, 29 luglio Ottiene la tanto sospirata cittadinanza italiana con Decreto di S.M. il Re ed Imperatore Vittorio Emanuele III
  • 1938, marzo - viene nominato da mons. Facchinetti Presidente del Consiglio Diocesano degli uomini di Azione Cattolica della Tripolitania
  • 1938, 19 novembre - Il governo fascista emana la legge, in base alla quale tutti coloro che avevano conseguito la cittadinanza italiana dopo il 1918 la perdevano, se di razza ebraica, 
  • 1939, 15 gennaio - Vestizione da Terziario Francescano in Libia, terra consacrata dall'instancabile opera dei missionari francescani lombardi (aveva cominciato a frequentare le adunanze dei Terziari).
  • 1939, marzo - A seguito della promulgazione della legge razziale, Leonardo è costretto a lasciare tutte le sue cariche, nonostante gli innumerevoli attestati di stima e i riconoscimenti ricevuti per il suo operato. ..."Ora il Signore mi ha fatto comprendere la vanità delle cose di questo mondo e che la vera felicità non consiste nelle alte posizioni, negli onori, nelle grandezze, ma nel vivere in Lui e per Lui, che è VIA, VERITA' e VITA, e che mi ha condotto - per mano - sulle vie dell'umiltà, dove trovai pace e tranquillità di spirito..."
  • 1940, 25 febbraio -  Professione nei Terziari francescani (in seguito diventerà Presidente dei terziari di Lombardia).
  • 1947, luglio - Leonardo riceve la felice offerta di rimpatriare in Italia. Vince il concorso come direttore generale dell'Azienda Tranviaria di Milano (A.T.M.). Riesce ad organizzare ed ampliare l'Azienda e insieme a condurre a pareggio il bilancio.
  • 1952 - Abbandona l'A.T.M.  per raggiunti limiti d'età.
  • 1953, 7 dicembre - Ricezione all'Ordine dei Frati minori con la Vestizione religiosa a Milano nel convento di S.Angelo.
  • 1956, 24 giugno - Professione solenne perpetua a Milano nel convento di S. Angelo
  • 1956, 4 ottobre - finalmente, per particolare concessione di Pio XII, sebbene ammogliato e padre di tre figli, può essere ordinato sacerdote nella festa di S. Francesco nella chiesa di S. Angelo, dall'allora arcivescovo di Milano mons. G. Battista Montini (futuro Paolo VI), che in quella circostanza pronunciò un elevato e commovente discorso, in cui delineava la grandezza del piano di salvezza del Signore, che sa scegliersi i suoi apostoli da tutti i ceti, e non soltanto i giovani nel fiore dei loro anni, ma anche  persone già cariche di esperienze e di vita; "operai delle ultime ore"... 
  • 1956, 7 ottobre -  Alla sua prima Santa Messa partecipano pure sua madre novantasettenne (divenuta cattolica, come precedentemente una nipote laureata in lettere e filosofia che si consacrò a Dio da Carmelitana Scalza), moglie e figli.  L'iscrizione dell'immagine-ricordo, rappresentante S. Francesco che abbraccia il Crocifisso è la seguente: "Chi avrà lasciato la casa, o i fratelli o le sorelle, o il padre e la madre, o la moglie ed i figli, o i campi, PER AMOR MIO riceverà il centuplo e possederà la vita eterna (Mt 19,29). Il dott. Ing. Padre LEONARDO ADLER, o.f.m., ricorda la SACRA ORDINAZIONE SACERDOTALE conferitagli il 4 ottobre 1956 da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Battista Montini, arcivescovo di milano, e la sua PRIMA SANTA MESSA celebrata il 7 ottobre 1956, Chiesa di S. Angelo dei Frati Minori in Milano." In effetti Padre Leonardo Maria, anche come sacerdote non si estraniò per nulla dai suoi compagni e fratelli di attività: sarà responsabile della cura pastorale di 13.000 addetti all'A.T.M., che lo accoglieranno sempre tutti, di ogni partito ed estrazione sociale, come loro guida e fratello, pur avendo cambiato la "tuta" col "saio francescano".




Fra Leonardo Maria Adler, ofm
negli anni 60 a Milano 

  •      1965, 16 dicembre - Padre Leonardo Maria Adler con tutta serenità rende l'anima a Dio. Tra gli innumerevoli telegrammi e messaggi di cordoglianza non poteva mancare questo. "Chiamato all'ultima ora a lavorare nella vigna del signore, vi si dedicò con tale ardore e zelo da meritare la ricompensa riservata a chi ha lavorato tutta la giornata. I tuoi cari tranvieri milanesi non ti dimenticheranno. Dal Cielo continua a proteggerli con quell'amore che avesti per loro qui sulla terra". Padre Leonardo Maria Adler riposa, accanto ai suoi familiari, nel cimitero di Merano.
     
Gruppo di tranvieri milanesi a Milano Centrale in partenza per Roma,
in udienza da Sua Santità il Beato  Giovanni XXIII - 15.12.1958

S. Messa celebrata il 12 settembre 1961 (SS. Nome di Maria)
nell'Officina Generale Tranviaria, davanti alla
 "Statua della Madonna dei Tranvieri", benedetta 3 anni prima
da S. Em. il Cardinale G.B. Montini
Il 16 dicembre 1965 è nata una Stella in cielo. Padre Leonardo Maria prega per noi!

sabato 27 ottobre 2012

Frate Abele (Marcello Luigi) Calufetti - OFM 1929-2012

Nella sera del 1 agosto 2012, mentre la Chiesa è in festa per la memoria di S. Alfonso de Liguori - patrono dei moralisti - e la famiglia francescana esulta per l'inizio dell'evento di misericordia legato al Perdono di Assisi, fr. Abele si addormenta nel Signore ed entra nella Festa del Cielo.
A laude di Cristo e del Poverello Francesco.
Tratto da "Sant'Antonio",  n° 3  Luglio-Settembre 2012 Bollettino del Santuario di Sant'Antonio da Padova - 20154 Milano - Via Farini , 10 - Telefono 02.65.51.145
Riportiamo di seguito il testo completo del Bollettino di Sant'Antonio con l'Omelia al funerale di Padre Abele, tenuta da Padre Francesco Bravi, OFM, Provinciale di Lombardia.

Frati minori di Lombardia
OFM






Il Primo d'agosto si è accesa una Stella in Cielo. Caro Padre Abele, prega per noi!


Pubblichiamo la bibliografia (non completa) delle opere di Padre Abele Calufetti, opere di cui è l'autore oppure il curatore e/o il traduttore:


Angela da Foligno di Abele Calufetti




  • Titolo: Angela da Foligno mistica dell'"Ognibene" di Abele Calufetti
  • Editore: Paoline Editoriale Libri
  • Collana: Tascabili dello Spirito
  • Anno di pubblicazione: 1992

















Saggi sulla vita e pensieri del beato Duns Scoto

Author:Abele Calufetti
Publisher:Grottaferrata : [s.n.], 1985.

  Book : ItalianView all editions and formats


VITA PRIMA DI  
SAN FRANCESCO D’ASSISI 
Tommaso da Celano 
Traduzione e note di 
ABELE CALUFETTI 
FELICIANO OLGIATI


Il Libro della Beata Angela da Foligno





  • Titolo: Il Libro della Beata Angela da Foligno
  • Curatori: Ludger Thier, Abele Calufetti
  • Edizione: Collegii S. Bonaventurae ad Claras Aquas - Grottaferrata
  • Anno: 1986
  • Pagine: 796
  • ISBN: 8870131521









Titolo:                                                                    Soliloquio dell'anima, o Quattro esercizi di meditazione ; L'albero della vita ; Le cinque feste di Gesù Bambino / s. Bonaventura da Bagnoregio ;

AutoreBonaventura da Bagnoregio
CuratoreCalufetti Abele


Anno pubblicazione1988






Fonti Francescane, edizione 1977. Hanno collaborato Feliciano Olgiati - Stanislao da Campagnola - Luigi Pellegrini Chiara Augusta Lainati - Giovanni Boccali - Aristide Cabassi Abele Calufetti - Saverio Colombarini - Vergilio Gamboso ...


Leonardo Maria Adler, un Frate Minore singolare
 di Abele Calufetti, ofm


  • Titolo: Da Direttore Generale a Padre Francescano - dott. ing. Leonardo Maria Adler, un Frate Minore singolare
  • Autore : Abele Calufetti, ofm
  • Edizione: a cura della Provincia Lombarda O.F.M. via Carlo Farini, 10 - 20154 MILANO
  • Anno: 2003
  • Pagine: 56

sabato 4 agosto 2012

Elisabetta Ciocca - Terziaria francescana - 30 luglio 1911-30 luglio 2012

 Il 30 luglio 2012 è tornata alla casa del Padre Elisabetta Ciocca nata il 30 luglio 1911. Ha compiuto il suo centounesimo compleanno nella gloria del Signore.

Elisabetta Ciocca - 1911-2012


Elisabetta, in gioventù, abitava in via Carlo Farini a Milano. La sua famiglia aveva un'azienda di forniture per ufficio (ceralacca compresa)  e, alla morte del padre, Elisabetta era divenuta  titolare dell'azienda. Nel 1944 è entrata nell'Ordine Francescano secolare, terziaria francescana. Si è dedicata completamente ai poveri (servizio guardaroba e assistenza in molteplici campi) presso il Convento Santuario  di Sant'Antonio di Padova di via Farini 10 a Milano.
La sua energia era inversamente proporzionale alla sua altezza. Era dotata di un grande senso dell'umorismo, le sue barzellette, oltre alle preghiere, naturalmente, durante i pellegrinaggi, tenevano in  allegria tutta la fraternità.  Si occupava del guardaroba dei chierichetti e ben lo sa il frate e sacerdote, ex chierichetto,  che è venuto a concelebrare il suo funerale (sulla settantina o anche più)  che, ogni giorno, veniva acciuffato e pettinato dalla giovane e volonterosa Elisabetta prima di prestare la sua opera sull'altare. Tutti gli abitanti del Quartiere Isola che hanno frequentato la Chiesa di Sant'Antonio si ricordano di Elisabetta che fino al 2005 non mancava mai alla Messa delle 18,30 la sera (94 anni!!). Con la sua bella voce potente e schietta (incredibile in una persona così minuta), intonava il Santo Rosario prima della Messa, cantava, proclamava le Letture e, tanto per non farsi mancare un po' di moto, ritirava le offerte con la sua bella gambetta perennemente fasciata. In chi la vedeva con qualsiasi tempo, caldo, freddo, pioggia gelo, suscitava stupore e ammirazione. Ma  dove la prendeva tutta quell'energia, quella forza da gigante? Semplice, dal Signore, dalla Madonna e da Sant'Antonio a cui era molto devota. Si dedicava molto anche al servizio dei  frati  del Santuario, si è sempre presa cura di loro, materialmente e  spiritualmente, assistendoli tutti e sempre con le sue preghiere, abbondanti, generose, senza economia. Ben lo sa e lo ha ricordato durante le sue esequie, il Provinciale Frate Francesco Bravi dell'Ordine dei Frati Minori, che più volte ha sperimentato l'aiuto spirituale ricevuto attraverso le Ave Maria di Elisabetta. Nel luglio 2008 si è dovuta rassegnare, a causa del declino fisico( quello mentale non l'ha mai conosciuto!!!) a ritirarsi nella casa di riposo per anziani di Via Ippocrate. Un grande sacrificio per lei, l'ultimo, da offrire al Signore: "Chi mi ama prenda la sua Croce e mi segua". Elisabetta con grande amore per Gesù e per i fratelli si è caricata quest'ultima croce sulla spalle e l'ha vissuta in letizia negli ultimi sette anni della sua vita. La sua solitudine era alleviata dalle visite dei  familiari, delle consorelle, soprattutto Delia che le portava sempre i saluti e le notizie della sua amata Fraternità di Sant'Antonio e Antonietta che non le ha mai fatto mancare la grande consolazione di poter ricevere Gesù Eucaristico nel suo cuore. E' riuscita ad allietare con la sua presenza e la sua verve i compagni e le compagne della Casa di Riposo. Elisabetta: fiaccola accesa alimentata dall'olio della preghiera e dell'amore incessante, dalle parole buone e di conforto che aveva per tutti. Centounanni di vita operosa e generosa, un dono di Dio donato agli altri di cui si è fatta sorella, soprattutto i poveri e i sacerdoti. Era ben consapevole infatti della difficoltà che la missione sacerdotale comporta in un mondo sempre più secolarizzato come è il nostro mondo, purtroppo. Era orgogliosa di portare il nome di Santa Elisabetta d'Ungheria, patrona dell'Ordine Francescano Secolare che per lei è stato un esempio vissuto pienamente. Al suo centesimo compleanno, il 30 luglio 2011,  pur in carrozzina, ha assistito alla Messa, prima nel suo amato Santuario Basilica di Sant'Antonio e poi, a luglio, nella sala della Casa di Riposo.  Elisabetta era felice come una bambina, felice soprattutto della presenza accanto a lei dei Frati del Santuario che hanno concelebrato la Santa Messa (presente  anche il Frate Sacerdote,  suo ex chierichetto, settantenne, ben pettinato ormai anche senza l'aiuto di Elisabetta). Ha mangiato la torta, spento le sue cento candeline, battuto le mani e cantato, ha apprezzato i doni, soprattutto la bella poesia scritta e dedicata a Lei dai confratelli dell'OFS. E' stata una bellissima festa, gioiosa e fraterna, una festa da VSP (very simple person). Ha tenuto testa a tutti con le sue battute..le battute più spiritose e sagaci erano le sue... e senza esagerare. Alle sue esequie, Padre Francesco Bravi ha evidenziato la provvidenzialità di due eventi: la morte avvenuta nel giorno del Compleanno a significare il compimento di una  vita terrena vissuta pienamente e la celebrazione delle esequie nella sua Chiesa quella da lei tanto amata: Sant'Antonio di Padova di Via Farini. Elisabetta adesso non ha più bisogno di pregare Sant'Antonio, perchè, entrambi, in Cielo,  vivono nella Gloria di Dio e lo pregano per tutte le genti. Significativo per un francescano anche il giorno della sepoltura, il 1° di agosto, dopo mezzogiorno, giorno del  Perdono di Assisi.
Elisabetta riposa nel Cimitero di Bruzzano a Milano, Campo 15, 655



Il 30 luglio 2012 si è accesa una Stella in Cielo. Elisabetta, prega per noi!




Elisabetta Ciocca nel Santuario di Sant'Antonio a Milano
con Raffaella e Antonietta


Elisabetta Ciocca con Dario, Antonietta e Gabriella

L'altare del Santuario di Sant'Antonio a Milano

Convento di Sant'Antonio - Preparativi
 per il 100° compleanno di Elisabetta

La Fraternità di Sant'Antonio festeggia Elisabetta Ciocca


Elisabetta Ciocca - Cent'anni in letizia e buon appetito!

Elisabetta Ciocca, Onorina, Antonietta, Ida

Auguri Elisabetta!

Elisabetta Ciocca con Dario e Padre Ernesto Dezza
Ordine Francescano Secolare
Milano

Elisabetta Ciocca con i suoi confratelli, Padre Luigi Cavagna
  e Padre Ernesto Dezza

Elisabetta Ciocca riceve il dono della Fraternità di Sant'Antonio
Ordine Francescano Secolare
Milano
Elisabetta Ciocca riceve l'augurio affettuoso di Claudio
 sotto gli sguardi divertiti di Delia, Antonietta e Padre Luigi

Elisabetta Ciocca spegne le sue cento candeline

Elisabetta Ciocca riceve gli auguri di Padre Ernesto
 e degli Sposi Antonietta e Giuseppe


"Credo che l’Eterno Amore ha anticipato nelle mie sofferenze fisiche la gioia del
godimento del Paradiso, perché nell’accettazione di esse, ha accolto il mio sogno
di immolazione per la santificazione dei suoi sacerdoti. Tra di essi conto bellissime
amicizie, alcune di grande predilezione che hanno plasmato, lavorato, aiutato,
ingrandito la mia viva fede, il mio assetato cuore, la mia piccola anima."
Dal Testamento Spirituale di Elisabetta Ciocca


Elisabetta Ciocca e Antonietta
Ordine Francescano Secolare - Fraternità di S. Antonio
 Milano

Elisabetta Ciocca e Onorina, maestra e allieva.
Ordine Francescano Secolare
Milano


“Povera erba del prato umile stelo
puoi far che io viva o puoi voler che io muoia
sia qual tu brami, solo ti raccomando
se ho da morir, i miei cari che ricordar
non posso ad occhi asciutti
perdona a me, come io perdono a tutti”

(Giovanni Prati)
Dal Testamento spirituale di Elisabetta Ciocca

La poesia, dono della Fraternità di Sant'Antonio a Elisabetta Ciocca

TESTAMENTO SPIRITUALE DI

ELISABETTA CIOCCA

30.07.1911 – 30.07.2012

Non so che cosa mi riservi il futuro: io lo accetto dalle tue mani o mio Signore!

“Povera erba del prato umile stelo
puoi far che io viva o puoi voler che io muoia
sia qual tu brami, solo ti raccomando
se ho da morir, i miei cari che ricordar
non posso ad occhi asciutti
perdona a me, come io perdono a tutti”

(Giovanni Prati)

Quando Santa Caterina fu avvertita della imminente fine, rivolta a Gesù disse: “era
ben giusto che ci dovessimo incontrare, dopo tanto tempo che ci conosciamo”.
Come non far mia questa cara espressione?

Gesù Signore mi ha concesso fin dalla mia infanzia ad oggi, di dare in semplicità

di cuore, in esuberanza di spirito, in entusiasmo di sentimento, in sorrisi di gioia, in
ilarità di anima, in forte fede e forza di volontà.
Nessuna contrarietà, nessuna creatura ha mai potuto frenare o fermare tali motivi di
vita della mia persona.

Ho sempre sentito la gioia di vivere il Vangelo nella sua essenza e il
Francescanesimo quale manifestazione più perfetta, più interpretativa della legge
d’amore di Gesù.

Mi rendo conto che posso avere involontariamente offeso o dato qualche dispiacere
ad un’amica, sorella, fratello; chiedo perdono di cuore e assicuro dal cielo una
fervente preghiera di riparazione.

Credo che l’Eterno Amore ha anticipato nelle mie sofferenze fisiche la gioia del
godimento del Paradiso, perché nell’accettazione di esse, ha accolto il mio sogno
di immolazione per la santificazione dei suoi sacerdoti. Tra di essi conto bellissime
amicizie, alcune di grande predilezione che hanno plasmato, lavorato, aiutato,
ingrandito la mia viva fede, il mio assetato cuore, la mia piccola anima.

Voglio morir per Te ed i fratelli, poi di aver detto al mondo, che in Amor dolce è
morir per Te!
Pace e Bene

Milano, 30 luglio 2004

Elisabetta Ciocca