mercoledì 6 novembre 2013

Paolo Takashi Nagai - Rettore della Facoltà di Radiologia dell'Università di Nagasaki, Giappone (1908 - 1951) - Maria Midori Moryama

"Io ho ripreso il cammino della vita / Senza la mia donna cara. / Le mie lacrime amare / Cadono sui grani del suo Rosario. / Io ascolto le campane di Nagasaki / Che mi consolano come un amico".

Biografia
  • 1908, 3 febbraio - Takashi Nagai  nasce a  Izumi, nei pressi di Hiroshima da una famiglia benestante. Il padre, Naburo che significa Tranquillo, medico e la madre, Tsune, che significa Costanza, sono uniti da un amore profondo e da un grande rispetto reciproco.
  • 1920,  - Come da tradizione familiare, Takashi, a 12 anni,  viene mandato a studiare lontano da casa, così da imparare a vivere senza la presenza costante dei genitori ed acquisire  lo spirito di sacrificio personale, elemento fondamentale della cultura tradizionale giapponese. 
  • 1928, - Dopo le scuole superiori si iscrive alla Facoltà di Medicina a Nagasaki.  Abbandona la religione in cui era nato e cresciuto, lo shintoismo, e diviene ateo e materialista a causa della visione della vita in cui si trova immerso in Università. Takashi stesso racconterà il suo pensiero di quell'epoca: "...Mi convinsi che nella materia che compone gli organismi dell'individuo non c'è niente di divino. Con la morte si decompone tutto e ogni elemento ritorna al suo stato primitivo. La vita umana esiste fino alla tomba." Takashi diviene indifferente a tutto, conserva solamente un grande rispetto e una grande venerazione  per la sua patria, il Giappone.
  • 1930, 29 marzo - Muore sua madre, colpita da emorragia cerebrale. Takashi è profondamente colpito dallo sguardo della madre morente e percepisce che la madre continua a vivere anche oltre la morte fisica. Takashi, da questo momento,  sa che esiste veramente l'anima. Takashi riprende la lettura dei Pensieri di Blaise Pascal, iniziata su consiglio di un suo insegnante credente. Riflette sul fatto che il grande scienziato e pensatore francese, era arrivato a Dio pensando. Si rende conto che la Fede non è un rifugio per ignoranti, anzi, è proprio il contrario! Dopo il funerale dell'amata mamma torna a Nagasaki e un Pensiero di Pascal gli risuona dentro: "Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce: lo vediamo in mille cose." e ancora: "Il cuore e non la ragione sente Dio. E questa è la Fede: Dio sensibile al cuore e non alla ragione." Prosegue la lettura: "Non soltanto conosciamo Dio unicamente per mezzo di Gesù Cristo, ma conosciamo noi stessi unicamente per mezzo di Gesù Cristo. Fuori di Gesù Cristo, noi non sappiamo che cosa sia la nostra vita o la nostra morte,non sappiamo chi è Dio e chi siamo noi stessi." Takashi, a questo punto grida, nel silenzio della sua stanza: "Questo è troppo! Ma chi è Gesù Cristo?". Takashi ancora non lo sa, ma Gesù Cristo ha bussato alla porta della sua vita. 
  • 1931 - Takashi riprende gli studi e alloggia, come studente, presso una famiglia cristiana di Urakami, periferia di Nagasaki. Ad Urakami vive una piccola e fervente comunità cristiana di cui fa parte la famiglia che lo ospita, la famiglia Moryama. La preghiera accompagna la vita quotidiana di questa umile famiglia, dedita al lavoro nei campi. Takashi studia con grande impegno, ma viene colpito dalla meningite. La famiglia Moryama si prodiga nell'assisterlo, ma la triste conseguenza della malattia è la sordità ad un orecchio, menomazione pregiudizievole all'attività di un medico.
  • 1932 - Takashi accetta l'incarico presso il primo Istituto di Radiologia dell'Università di Nagasaki. Per quell'incarico non è necessario l'udito, ma il rischio delle radiazioni è molto alto e ancora non ben conosciuto.
  • 1932 - Natale - Takashi partecipa nella cattedrale di Urakami alla Santa Messa di mezzanotte, invitato da papà Moryama. All'inizio è scettico, ma poi si lascia coinvolgere dalla grande emozione, dall'amore che sente in quella cattedrale, gremita da cinquemila persone. Anche nella sua anima penetra la grande gioia del Natale di Nostro Signore. La notte seguente, Midori, la giovane figlia di Moryama, che fa la maestra, è colpita da una crisi di appendicite acuta. Takashi fa una veloce diagnosi, avverte il chirurgo dell'ospedale e porta Midori tra le sue braccia in ospedale, sotto la neve. L'operazione è riuscita; Midori è sana e salva. Midori, riconoscente e commossa prepara un maglione di lana  da regalare al giovane dottore.
  • 1933,  gennaio - Guerra Giappone-Cina. Takashi è chiamato alle armi. Prima della partenza riceve il saluto commosso della famiglia Moryama,  soprattutto quello di Midori che gli promette di pregare ogni giorno la Madonna affinchè lo protegga e non permetta che il giovane muoia prima di diventare cristiano. La vita militare, la guerra lo colpiscono e lo segnano profondamente. Riceve in regalo da Midori il Catechismo cattolico. Takashi sente sempre più profondamente il fascino del cristianesimo e di Gesù Cristo. Comincia a pregare e sa che Gesù è ormai il centro della sua vita. Takashi decide di diventare cristiano, ma deve affrontare il padre, contrario alla sua scelta, scelta che l'avrebbe escluso da qualsiasi carriera in campo medico. E' a questo punto che Takashi apre nuovamente il libro dei Pensieri di Pascal e legge: "C'è abbastanza luce per coloro che vogliono vedere, ma c'è abbastanza buio per coloro che non vogliono vedere". La sua risposta a queste parole del grande pensatore è: "Io voglio vedere! E la luce è Gesù! Voglio essere battezzato".
  • 1934, 9 giugno - Takashi, all'età di ventisei anni, riceve il santo battesimo e prende il nome di Paolo, in ricordo del santo martire giapponese Paolo Miki.
  • 1934, agosto - Maria Midori Moryama e Paolo Takashi Nagai si sposano nella cattedrale di Urakami durante la prima messa del mattino. Paolo Takashi diventa membro della Società San Vincenzo de' Paoli. Da questa felice unione nascono quattro figli:  un bambino, Makoto (3 aprile 1935) e tre bambine, Ikuko (7 luglio1937 – 1939), Sasano che muore poco dopo la  nascita, e Kayano (nata nel 1941).
  • 1934, dicembre - Paolo Takashi riceve il sacramento della Cresima.
  • 1935 - Paolo Takashi incontra più volte, in questi anni Padre Massimiliano Kolbe che ha fondato un monastero nei sobborghi di Nagasaki.
  • 1937 - Guerra Giappone-Cina. Paolo Takashi è chiamato alle armi in Cina come medico-chirurgo. Per tre anni si dedica senza risparmiarsi ai feriti e ai moribondi e assiste anche ad inaspettati atti di bontà e generosità da parte dei soldati. Questa esperienza gli farà affermare in seguito: "Nel fondo dell'uomo resta sempre una riserva di bontà: peccato che spesso venga sommersa dalla cattiveria".
  • 1940 - Paolo Takashi torna finalmente in Giappone. Nel frattempo sono morti il padre, il suocero e la piccola figlia Ikuko.  Riprende il lavoro all'ospedale in radiologia e, a causa della penuria di materiale, si espone pericolosamente alle radiazioni. 
  • 1945,  giugno - Paolo Takashi, da tempo sofferente, si fa un esame e l'autodiagnosi: leucemia. La sera stessa confida alla sua dolce Midori la terribile verità. Insieme piangono,  pregano e si affidano alla Madonna davanti alla  statuetta della Vergine nella loro casa, ricordando che, già nel giorno del loro matrimonio, avevano deciso di dedicare sé stessi e la loro vita a Dio. "Soltanto l'amore conta, soltanto l'amore resta".
  • 1945, 6 agosto - Si diffonde la notizia che una terribile bomba è stata sganciata su Hiroshima. Non si sa che tipo di bomba sia, ma la distruzione è incalcolabile, 80.ooo persone morte all'istante, centinaia di migliaia in seguito. I due sposi decidono di allontanare i figli da Nagasaki affidandoli alla madre di Midori. L'8 agosto, Maria Midori  e Paolo Takashi si salutano la mattina, prima che Paolo Takashi vada al lavoro. Sarà l'ultima volta.
  • 1945, 9 agosto alle ore 11,oo un B29 americano vola alto su Nakasaki. Ha un preciso incarico: dirigersi verso l'aerea urbana e sganciare la bomba atomica. Viene impartito l'ordine e in un solo istante periscono 44.ooo persone, altre migliaia in seguito. Il comandante Charles W. Sweeney, al ritorno dalla missione a Nagasaki è accolto come un eroe ed ottiene subito una promozione, divenendo così il più giovane generale dell'Aeronautica statunitense. Continua la carriera militare con tutti gli onori e raccoglie le sue memorie in un libro intitolato "La fine della guerra. Il racconto di un testimone dell'ultima missione atomica d'America". Sweeney, non ha mai nascosto  la sua profonda convinzione di sentirsi un salvatore della Patria. In tutte le interviste rilasciate e negli interventi ai convegni ha sempre difeso strenuamente il bombardamento statunitense con ordigni nucleari sulle due città del Giappone, non ha mai manifestato di provare rimorso, non ha mai pronunciato una sola parola per chiedere perdono ai parenti delle vittime di Nagasaki. Esattamente come i nazisti durante il processo di Norimberga, ha sempre ripetuto che aveva solo obbedito agli ordini dei suoi superiori.. E' morto al Massachusetts General Hospital di Boston  ad 84 anni. I superstiti di Nagasaki sono come larve che si aggirano per la città distrutta con la pelle ustionata e a brandelli, con i capelli bruciati, assetati e disperati. La cattedrale di Urakami dista solo 500 metri dal punto di detonazione ed è ridotta in un istante ad un cumulo di macerie. Gli alberi intorno sono strappati dalle radici, l'erba è sparita. Le persone non hanno più nulla di umano, sono mostri. I pochi superstiti diranno: "Abbiamo visto l'inferno con i nostri occhi". Nell'ospedale dove lavora Paolo Takashi, muore all'istante l'80% dei medici e dei pazienti. Paolo si salva, nonostante una grave ferita, perchè il reparto dei raggi X aveva il massimo della protezione. Paolo torna a casa e trova solo cenere. In mezzo alla cenere individua delle ossa bruciacchiate e un pezzo fuso della Corona del Santo Rosario. Midori è morta probabilmente mentre pregava. Paolo Takashi, commosso piange sulle ceneri della sua amata Midori. Ripensa a quando la sua sposa gli diceva: "Io ti amo per questo: perchè vivi la carità come ci ha insegnato Gesù". Paolo Takashi raccoglie in un secchio deformato dal calore le reliquie della sua Midori e si avvia verso ciò che rimane del cimitero di Nagasaki. Queste le parole che sussurra alla sua sposa nel tragitto:"Midori, amata Midori! Quel che mi resta lo spenderò per fare ancora del bene: in ricordo di te, per amore di te... che mi hai portato all'amore di Cristo".

Nel buio brillano le stelle
 di Angelo Comastri

Le campane di Nagasaki


  • Paolo Takashi Nagai vive gli ultimi anni della sua vita dedicandosi alla carità e ad ogni opera in favore della pace. Contribuisce alla ricostruzione di Nagasaki devolvendo all'amata città i guadagni ricavati dalla vendita dei suoi libri divenuti veri e propri best-sellers. Il più famoso è quasi sicuramente Le campane di Nagasaki a cui è ispirato l'omonimo film. E' consapevole che gli resta poco da vivere e si dispiace per i due giovani figli adolescenti che già hanno peso la madre. Scrive per loro un libro testamento intitolato Lasciando questi ragazzi.
  • 1947,  Primavera - continua a scrivere libri e a ricevere persone, ma non si alza più dal letto. La sua consolazione è la preghiera rivolta al Crocifisso posto di fronte al letto. 
  • 1949, 23 dicembre - Nagai viene dichiarato eroe nazionale. Tantissimi i riconoscimenti dal Giappone e dall'estero. A tutti risponde: "La luna sarebbe buia senza la luce del sole. Il sole è Gesù; io rifletto soltanto un po' della sua luce. Voi lo sapete che non mi illudo su me stesso. Senza Dio, io sarei soltanto un servo inutile".
  • 1951, 30 aprile - Si aggrava, non vuole mangiare nulla per poter ricevere la Santa Comunione. Le sue ultime parole, rivolte ai familiari sono: "Gesù, Maria, Giuseppe", "Nelle Vostre mani affido il mio spirito" e "Pregate, per favore, pregate". Paolo Takashi ha raggiunto la sua Midori in cielo.
Bibliografia (tratta da Wikipedia)

  • "Le campane di Nagasaki" (長崎の鐘 Nagasaki no Kane)
  • "Ricordi della desolaziona atomica" (原子野録音 Genshino Rokuon)
  • "Per quello che non è passato via" (亡びぬものを Horobinu Mono O)
  • "La corona del Rosario" (ロザリオの鎖 Rozario no Kazari)
  • "Lasciando questi bambini" (この子を残して Kono Ko o Nokoshite)
  • "Il fiume della vita" (生命の河 Seimei no Kawa)
  • "La collina fiorita" (花咲く丘 Hana Saku Oka)
  • "Il mio prezioso bambino" (いとし子よ Itoshi Ko Yo)
  • "Otometōge" (乙女峠)
  • "Varie da Nyokodō" (如己堂随筆 Nyokodō Zuihitsu)
  • "Medico del villaggio" (村医 Son-i)
  • "Torre dalla pace" (平和塔 Heiwa no Tō)
  • "Fiori di Nagasaki" (長崎の花 "Nagasaki no Hana")

Io ho ripreso il cammino della vita / Senza la mia donna cara. / Le mie lacrime amare / Cadono sui grani del suo Rosario. / Io ascolto le campane di Nagasaki / Che mi consolano come un amico.

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domenica 19 maggio 2013

Padre Agostino Gemelli OFM - Fondatore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (1878-1959)

Biografia
  • 1878, 18 gennaio - Agostino Gemelli, al secolo Edoardo Gemelli,  nasce a Milano in via Cappellari 4  in una famiglia della buona borghesia. I genitori, Innocente e Caterina Bertani benché si fossero sposati in Duomo il 6 giugno 1876, per consuetudine, anche con rito religioso e facessero battezzare e cresimare i figli, Edoardo e Luigi,  non erano cattolici praticanti. Il padre, pur venendo da una famiglia molto religiosa di Calvairate, comune della periferia milanese, che aveva lasciato per gestire un rinomato caffè nel centro cittadino, era anticlericale e iscritto alla massoneria, e ugualmente non osservante era la moglie, parente del garibaldino e deputato radicale Agostino Bertani. Edoardo (poi Agostino) cresce in un ambiente familiare che rispecchiava il clima piuttosto agnostico della borghesia dell'epoca e riceve la prima educazione religiosa da una maestra delle elementari.
  • 1878, 21 gennaio - E' portato dai padrini Sig. Edoardo Santagostini e Sig.ra Teresa Bertani nel Battistero della Parrocchia di S. Satiro dove il coaudiutore Don Agostino De Ambrosis lo battezza e gli impone i nomi di Edoardo-Francesco-Angelo.
  • 1886, 16 giugno - Nella Cappella dell'Arcivescovado viene cresimato da S. Ecc. Mons. Luigi Calabiana, Arcivescovo di Milano.

  •  1888 - Terminata l'istruzione primaria, frequenta il liceo-ginnasio Parini come alunno interno del Collegio militarizzato Longoni, passato dai barnabiti allo Stato per le leggi del 1866. Nel collegio vige una disciplina severa, quasi militaresca, e Agostino si distingue per l'insofferenza al regolamento e per l'abbandono totale della pratica religiosa. 
  • 1896 - Finito il liceo  si iscrive alla facoltà di medicina dell'Università di Pavia. Presentatosi al concorso per un posto gratuito al Collegio Ghislieri, riesce a esservi ammesso solo nel '98; 
  • 1897, 1° maggio - Partecipa a una conferenza di E. Ferri e si converte al socialismo. Inizia a collaborare con il giornale La Plebe. E' alunno di Camillo Emilio Golgi, ordinario di patologia generale e Premio Nobel per la medicina  nel 1906 e aderisce al metodo positivistico e al materialismo professati dal maestro che era, comunque, un reazionario.
  • 1898, 5 maggio - Partecipa a una manifestazione pavese contro il governo ed è (a quanto pare) ferito da una sassata. Accanto a lui, cade ucciso Muzio Mussi, figlio del noto deputato radicale.
  • 1902 -  viene espulso dal Ghislieri per indisciplina - "recidivo per mancanze gravi", senza che se ne sappia altro (Cosmacini, p. 35) -, quasi alla vigilia della laurea. Ammesso dal Golgi a frequentare il suo laboratorio, al quarto anno pubblica già il primo lavoro scientifico (Contributo alla conoscenza della struttura della ghiandola pituitaria nei mammiferi, in Boll. della Società medico-chirurgica di Pavia, 1900, n. 4, pp. 231-240). Quando, da parte socialista e radicale, si apre  una vivace polemica contro Golgi,  Agostino prende le difese del maestro. Contestato per questo dai compagni di fede del Ghislieri, comincia ad allontanarsi dal partito finché non è espulso dal circolo socialista. In questi anni Agostino  è in amicizia, benché in continua polemica per la diversità delle loro idee, con un collega di facoltà alunno del Borromeo e già suo compagno di liceo, Ludovico Necchi e, tramite lui, incontra gli universitari del Circolo Severino Boezio della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI), con i quali ingaggia vivaci contraddittori. In tali occasioni conosce anche alcuni sacerdoti di distinta scienza, come F. Rodolfi, professore di scienze naturali nel seminario di Pavia, e il matematico e astronomo P. Maffi, poi arcivescovo di Pisa e cardinale, il quale dirige la Riv. di fisica, matematica e scienze naturali, ove Gemelli pubblicherà  più tardi alcuni suoi studi: queste frequentazioni finiscono con l'avere una notevole influenza su di lui, cominciando a mettere in crisi l'anticlericalismo volterriano-giacobino dei primi anni universitari e la sua fede materialista.
  • 1902, 9 luglio - Si laurea con una tesi, Note sull'embriologia e sull'anatomia dell'ipofisi, che gli ottiene il massimo dei voti, la pubblicazione di una parte del lavoro nel Boll. della Società medico-chirurgica di Pavia (1903, n. 3, pp. 177-222), l'assegnazione del premio Polli, consistente in un microscopio Harnack,  e la nomina ad assistente del Golgi, lasciando presagire una brillante carriera. In attesa di svolgere il servizio di leva si iscrive come praticante presso l'ospedale Maggiore, compiendovi un tirocinio di tre mesi durante il quale prepara sei lavori scientifici. 
  • 1902, 1° novembre  -  rinuncia a frequentare la Scuola di sanità militare di Firenze per allievi ufficiali per rimanere vicino all'università. Inizia l'anno del cosiddetto volontariato come soldato di sanità nell'ospedale militare di Milano, che aveva sede nell'ex monastero benedettino di piazza S. Ambrogio. Qui trova ancora l'amico Ludovico Necchi ed è per suo tramite che prende a frequentare un giovane sacerdote, Giandomenico Pini, ex avvocato, autore di scritti sul Sacro Cuore e allora catalogatore alla Biblioteca Ambrosiana, che aveva conosciuto a Pavia.
  • 1903, aprile -  Già in crisi per i ricordati incontri pavesi, attraverso questi colloqui e le conversazioni con alcuni giovani francescani suoi compagni di servizio militare (Arcangelo Mazzotti, Ilario Manenti e Aquilino Duranti),  riprende la pratica religiosa. Di Padre Arcangelo Mazzotti, divenuto in seguito Arcivescovo di Sassari, Padre Gemelli dirà: "Io debbo rendere questa pubblica testimonianza: di aver conosciuto il cristianesimo attraverso un uomo, non di averlo imparato sui libri".
  • 1903, 13 maggio - Scrive una lettera inedita a don Pini che è una precisa testimonianza della nascita della sua vocazione religiosa.(Biblioteca apost. Vaticana, Carte Pini). Contemporanea è anche la decisione di farsi francescano, benché gli amici Necchi e Pini pensassero piuttosto a un suo ingresso fra i gesuiti o i domenicani. I genitori, ai quali comunica la sua risoluzione, si mostrano nettamente contrari; Il padre consegna al Corriere della sera la lettera con la quale il figlio comunicava la sua decisione. Ne nascono una campagna giornalistica e un dibattito spiegabili con le polemiche del tempo sulla compatibilità fede-scienza e nel conflitto storico Chiesa-cultura moderna.
  • 1903, 17 luglio - Aderisce al Terzo Ordine Francescano (oggi Ordine Francescano Secolare).
  • 1903, 16 novembre - Non rientra in famiglia dopo l'anno di volontariato ed entra nel convento francescano di Rezzato presso Brescia e chiede di essere ammesso all'Ordine. Pochi giorni dopo avviene il vano tentativo, da parte dei genitori e di due psichiatri, di strapparlo al convento come alienato mentale.
  • 1903, 23 novembre - Riceve l'abito serafico dalle mani del Ministro Provinciale Padre Lodovico Antomelli ed inizia il noviziato per lo stato clericale con il nome di Fr. Agostino.
  • 1904, 23 dicembre - E' ammesso alla Professione semplice da Padre Antomelli. Passa allo Studentato di Longo per lo studio della filosofia scolastica.
  • 1905, 17 giugno - Viene ammesso alla Tonsura e agli Ordini Minori che riceve nel Duomo di Lecco. In seguito viene trasferito, per gli studi teologici, a Rezzato e quindi nello Studentato di S. Antonio in Milano. Qui la vita è così operosa e festosa nell'entusiasmo per l'ideale di San Francesco, che anche un uomo come Gemelli ne rimane colpito e conquistato. Si usava allora organizzare, all'interno della comunità, delle Accademie musico-letterarie per celebrare ricorrenze religiose o festeggiare onomastici di confratelli e, quasi in santa gara, ognuno sfoggiava le sue abilità. Anche il nostro giovane Dottore e Teologo, in una di quelle feste, si lascia tentare nientemeno che ...dalle Muse. Una rivista (1905) riporta questa inedita e curiosa notizia: "Fra Agostino Gemelli trasfuse tutta la dolcezza dell'anima sua in una graziosissima canzone petrarchesca che s'intitola: "Visione del B. Amedeo Menez, nella quale è perfettamente indovinato il concetto teologico dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima." Si trattava di una manifestazione di comunità, tra giovani studenti di teologia, voluta non solo per celebrare il grande dogma mariano, ma anche destinata a dimostrare la loro preparazione dottrinale. Peccato che quella poesia "gemelliana" non ci sia dato di trovarla (notizie tratte dal testo "Santuario di S. Antonio di Padova a Milano a cura di Anacleto Mosconi e Gabriele della Patrona OFM).
  • 1907, Natale -Emette la Professione solenne nelle mani di Padre Ludovico Antomelli.

  • 1908, 14 marzo - Viene ordinato sacerdote dall'Arcivescovo di Milano, Carlo Andrea Ferrari.
  • 1908, 18 marzo - Celebra la prima messa solenne nel Santuario di S. Antonio di Padova a Milano in via Carlo Farini: gli è padrino il dott. Lodovico Necchi, ma sono assenti i genitori che non gli hanno ancora perdonato. Da questo anno e fino al 1914 frequenta università e laboratori italiani e stranieri. Risiede di famiglia nel Convento di S. Antonio a Milano in via Carlo Farini.
  • 1909 - Fonda la "Rivista di Filosofia Neoscolastica. 
  • 1910 - Libro "La lotta contro Lourdes". In questo libro espone le prove e i documenti che attestano l'inspiegabilità scientifica delle guarigioni.
  • 1911 - Si laurea in filosofia nell'Università di Lovanio.
  • 1914 - Fonda la rivista "Vita e Pensiero" con la quale sostiene un ritorno a posizioni teocentriche e neotomiste. Nel primo fascicolo, del 1° dic. 1914, vi pubblica l'editoriale Medioevalismo, una specie di manifesto destinato a suscitare un vivace dibattito.
    Egli vi sostiene l'esigenza di una cultura organica - di cui era stata esempio la cultura del Medioevo - contro la frammentarietà del sapere e contro il materialismo dell'uomo moderno, caratterizzato dal culto dell'energia e del fatto bruto; questo appello appare come una condanna dell'intera cultura moderna e un invito alla restaurazione di una cristianità medioevale. 
  •  1915-18 - Durante la prima guerra mondiale presta la sua opera al fronte come medico e sacerdote e fonda un laboratorio psicofisiologico presso il comando supremo dell'esercito, dove compie studi sulla psicologia dei soldati e, in modo particolare, degli aviatori.
  • 1918, settembre - A Varallo, promette al morente Prof. Giuseppe Toniolo di realizzare l'Università Cattolica.
  • 1919 -  Assieme ad Armida Barelli, fonda il ramo femminile dell'istituto dei "Missionari della Regalità di Cristo" primo istituto a porre in essere una consacrazione laicale; l'istituto si volge al servizio di alcune opere, tra cui l'Azione Cattolica e la nascita dell'Università Cattolica di Milano, ateneo per il quale, nonostante le difficoltà incontrate a causa del modello vicino a quello degli atenei statali, ottiene il riconoscimento pontificio. 
  • 1920, 12 ottobre - Il Cardinal Ferrari annuncia all'Arcidiocesi di Milano la fondazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore .
  • 1921, 7 dicembre -  Viene inaugurata l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Inizia ad operare con due facoltà: Filosofia e Scienze sociali.  Ottiene il riconoscimento statale con il R.D. 2 ottobre 1924, n. 1661. Dell'Università Cattolica, Gemelli è Rettore fino alla morte, la amplia con le Facoltà di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Lettere e Filosofia, Economia e Commercio, Magistero, nella sede di Milano, Agraria, nelle sede di Piacenza. Nell'Università, Gemelli costituisce un moderno istituto di psicologia nel quale si sviluppano avanzate ricerche su percezione, linguaggio, personalità, applicazioni della psicologia all'orientamento professionale e alla selezione del personale. 
  • 1928 - Insieme a Giorgio La Pira fonda il ramo maschile dei Missionari della Regalità di Cristo.
  • 1932, 30 ottobre - Viene inaugurata ufficialmente la nuova sede dell'Università Cattolica in P.zza S. Ambrogio.
  • 1933 -  Fonda il Collegio Augustinianum. 
  • 1937, 1° giugno  - E' nominato Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze,  carica che mantiene fino alla morte.   Egli la riordina per incarico di Pio XI chiamandovi a farne parte illustri scienziati di tutti i paesi senza distinzione di religione e di razza. 
  • 1940, 26 dicembre -  Mentre torna in automobile da Firenze, ha presso Anzola, sulla via Emilia, un grave incidente stradale: ricoverato all'ospedale Rizzoli di Bologna vi rimane due mesi fra la vita e la morte. Si riprende, ma per il dinamico e atletico Agostino essere costretto a camminare con le stampelle è un duro colpo, mentre la guida dell'università richiede energia e prudenza, specialmente dopo la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana e la divisione dell'Italia in due. La guerra decima professori, laureati e studenti richiamati alle armi, fatti prigionieri o deportati; nei bombardamenti dell'agosto 1943 su Milano l'ateneo di piazza S. Ambrogio subisce gravissimi danni; Agostino dà subito inizio alla ricostruzione.
  • 1943, 15 agosto - I bombardamenti aerei colpiscono il Palazzo degli uffici, la sede del Rettorato, l'Aula degli Atti Accademici: l'edificio bramantesco è distrutto per un terzo, i danni sono ingenti.
  • 1946, 8 dicembre - Vengono benedetti i locali ricostruiti.
  • 1944 -  Pubblica La psicotecnica applicata alle industrie, contributo fondamentale alla moderna psicologia del lavoro: ambiente e lavoro, rapporto uomo-macchina, la fatica e la monotonia, motivazione ed incentivazione del personale, obiettivi e procedure di selezione, problemi psicologici legati alla disoccupazione, valorizzazione della soggettività delle risorse umane.
  • 1953 -  Al compimento del 75° anno d'età, viene nominato, con decreto del presidente della Repubblica, rettore a vita. Il centro della sua attività continuano ad essere tuttavia gli studi di psicologia: ne ampliò l'orizzonte a nuovi campi di ricerca imposti dai problemi aperti dal dopoguerra, dallo sviluppo industriale seguito alla ricostruzione e dai cambiamenti operati nella società di massa.
  • 1958 -  Come ultima opera, Gemelli porta a compimento il suo progetto della Facoltà di Medicina a Roma, lungamente meditato e che, secondo le sue parole, costituiva "il sogno della sua anima".  Essa col Policlinico universitario a lui intitolato e l'Università Cattolica rappresenta il suo lascito più tangibile. 
  • 1959, 15 luglio - Padre Agostino Gemelli muore nell'Ospedale di San Giuseppe nel giorno della festa del francescano San Bonaventura. Il prof. Ezio Franceschini, suo successore nel Rettorato, così ricorda il giorno  in cui Padre Gemelli riceve il Viatico: "Le preoccupazioni, le ansie, gli interrogativi sussurrati sottovoce, cedevano il posto ad una pace. E anche se nessuno le diceva, si sentivano nell'aria le parole di San Francesco morente: Ben venga mia sorella morte... E pareva di vedere il Padre fermarsi, per la prima volta in vita sua, sul ciglio di una lunga strada: e tirar fuori da sotto il saio francescano i talenti (oh, quanto moltiplicati!) per presentarli al Padrone della messe che veniva a fare i conti con l'operaio buono e fedele". La Chiesa italiana e la cultura cattolica devono molto a questo frate degno figlio di San Francesco.   Viene sepolto, dopo il funerale officiato nel Duomo di Milano dall'arcivescovo G.B. Montini, che ne aveva tenuto la commemorazione, nella cripta della cappella dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il 15 luglio 1959 è nata una Stella in Cielo.
Padre Agostino Gemelli, prega per noi!
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Bibliografia (parziale)

E' impossibile elencare tutte le pubblicazioni di e su Agostino Gemelli, motivo per cui, ci limitiamo ad alcuni titoli:



















 












  • La psicologia dell'orientamento professionale (1945);
  • Psicologia dell'età evolutiva, con A. Sidlauskaite (1946);
  • La personalità del delinquente (1946);
  • Introduzione alla psicologia, con Zunini (1947).

venerdì 5 aprile 2013

Beato Marco d'Aviano - Sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Capuccini (Aviano, 17 novembre 1631 † Vienna, 13 agosto 1699)


Beato Marco d'Aviano

Notizie tratte da  Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.


Nel Martirologio Romano, 13 agosto n° 11
Beato Marco d'Aviano Cristofori, al secolo Carlo Domenico  è stato un presbiteroreligioso e predicatore italiano.

Biografia

Le origini e la vita religiosa

Nato da Marco Pasquale Cristofori e da Rosa Zanoni, appartenenti alla ricca borghesia locale, ebbe la prima formazione scolastica e spirituale ad Aviano per poi frequentare, negli anni fra il1643 e il 1647, il Collegium gesuita di Gorizia.
Il clima epico che si viveva in Veneto in quegli anni a causa della guerra di Candia ebbe un'influenza decisiva sulla vita del giovane. Animato dal desiderio di rendersi utile sui luoghi dell'Assedio di Candia e disposto a versare il suo sangue per la difesa della fede, lasciò Gorizia e arrivò a Capodistria dove, in attesa di imbarcarsi su una nave della Repubblica di Venezia, chiese ospitalità al locale convento dei cappuccini. Durante il suo breve soggiorno nel convento, prese la decisione di abbandonare la vita secolare e di entrare nel noviziato. Nel settembre molti anni gravemente ammalata. La sua improvvisa guarigione, unita anche ad altri episodi analoghi avvenuti nello stesso periodo a Venezia, resero celebre frate Marco, cui venivano ormai attribuite doti taumaturgiche.

L'incontro con Leopoldo I

Guarì da una lunga malattia il duca Carlo V di Lorena, comandante dell'esercito dell'Imperatore del Sacro Romano Impero. La sua fama, quindi, giunse anche alle orecchie di Leopoldo I, che lo invitò a corte. Nel settembre 1680 a Linz avvenne il primo incontro fra Marco e l'Imperatore. Tra i due nacque una profonda relazione spirituale, e Marco approdò a Vienna come confessore e consigliere di Leopoldo I, rimanendo fino alla sua morte un amico, un padre spirituale e un confidente per qualsiasi problema familiare, politico, economico, militare o religioso.
Tra i due personaggi esisteva una profonda complementarità di caratteri: all'indecisione e alla timidezza di Leopoldo si contrapponeva la sicurezza e il coraggio di Marco, che seppe dargli validi consigli sia per le questioni di fede e di coscienza, sia per i problemi relativi all'esercizio del potere.

La "missione impossibile" affidatagli dal Papa
Nel 1683 Papa Innocenzo XI affidò a Marco un incarico diplomatico molto delicato: ricreare la Lega Santa delle nazioni cristiane. L'espansione dell'Impero Ottomano procedeva in Europa senza freni: in quell'anno i turchi conquistarono Belgrado. Vienna, dal canto suo, non aveva mai potenziato il suo confine orientale, che restava pericolosamente sguarnito. I turchi, dopo aver invaso l'Ungheria, avanzarono verso Vienna proprio da oriente.
Padre Marco, nel frattempo, era riuscito nella missione di coalizzare le potenze cristiane, superando i dissidi esistenti al loro interno. Le sue perorazioni e le sue amicizie con i potenti avevano indotto i regni di SpagnaPortogalloPolonia e le Repubbliche di FirenzeGenova eVenezia a inviare aiuti e cospicui contingenti militari.
Il frate cappuccino non poté invece fare nulla presso la corte francese: Luigi XIV, che pure si vantava del titolo di "Re cristianissimo", si tenne alla larga dall'alleanza, anzi cercò di farla fallire nella speranza che la probabile sconfitta dell'Austria ad opera dei Turchi potesse accrescere il prestigio della Francia in Europa. Nonostante ciò molti francesi si armarono e raggiunsero Vienna come volontari.
L'unico sovrano ad aderire in persona fu il re di Polonia, Giovanni III. Marco faticò non poco a convincerlo data la rivalità, e antipatia personale, esistente tra Giovanni e Leopoldo d'Asburgo.
Giovanni si mosse verso Vienna alla testa della cavalleria polacca. Non era ancora stato scelto il comandante supremo dell'esercito cristiano. Per lignaggio, sarebbe spettato all'imperatore. Ma questo avrebbe significato la defezione di Giovanni. Padre Marco, compiendo un vero capolavoro diplomatico, convinse Leopoldo a rimanere fuori dalla scena. In linea gerarchica, il comando dell'esercito dell'imperatore spettava al duca Carlo V di Lorena, che era un devoto di Padre Marco. Per cui fu facile persuaderlo ad accettare di sottoporsi agli ordini del re di Polonia.
L'assedio di Vienna era cominciato il 14 luglio 1683. L'8 settembre le armate cristiane erano pronte a ingaggiare battaglia con i turchi. Padre Marco celebrò la Messa nel campo allestito sul Kahlenberg (Monte Calvo), la collina che sovrasta Vienna. Al suo fianco, sull'altare, erano Giovanni III e Carlo di Lorena. Terminato il rito, il frate tenne uno dei suoi più fervidi sermoni, in quel misto di italiano, latino e tedesco, caratteristico delle sue prediche[1].
La Battaglia di Vienna si svolse il 12 settembre, e si concluse con la vittoria della Lega Santa e la ritirata dell'esercito turco. Papa Innocenzo XI proclamò la giornata "Festa del Santissimo Nome di Maria", poi inviò la sua benedizione a padre Marco.
Il frate non ebbe altre ricompense[2].
A Vienna padre Marco fu il personaggio più festeggiato. Attorno alla sua figura cominciarono a nascere storie di miracoli e prodigi.
L'anno dopo Marco ricevette un'altra chiamata dal Papa. Innocenzo XI voleva che i sovrani europei si coalizzassero per cacciare, questa volta definitivamente, gli ottomani dall'Europa. Marco si adoperò per coordinare l'alleanza cristiana contro l'Islam. La sua popolarità era enorme, e così la sua autorevolezza[3]. Il frate cappuccino partecipò assieme ai comandanti militari alla pianificazione dell'attacco.
Il primo obiettivo raggiunto fu la riconquista di Buda (l'attuale Budapest), avvenuta nel 1685. Marco era immancabilmente presente.
Nel 1689 morì Papa Innocenzo XI. A Vienna i consiglieri dell'Imperatore si mostrarono disponibili a trattare la pace con i turchi. Il risultato fu che l'avanzata cristiana si fermò. Per otto lunghi anni il fronte non oltrepassò i confini dell'Ungheria.
Solo nel 1697 l'avanzata riprese, grazie al duca Eugenio di Savoia, che conseguì la vittoria definitiva contro l'esercito turco sul fiume Tibisco (Serbia), nei pressi di Zenta. La pace venne firmata il 26 gennaio 1699 a Carlowitz.
Il 13 agosto dello stesso anno, assistito personalmente dall'imperatore e dalla moglie Eleonora, morì padre Marco. Per permettere alla numerosa popolazione, accorsa da ogni dove, di rendere l'ultimo saluto al cappuccino, il sovrano diede ordine che le esequie si celebrassero il17 agosto, e che il frate venisse seppellito in una tomba separata dagli altri confratelli. Quattro anni dopo le spoglie di Marco d'Aviano, anche in previsione di una causa di beatificazione, furono spostate all'interno della Chiesa dei Cappuccini di Vienna, dove si trovano ancor oggi, nello stesso edificio che ospita la Cripta Imperiale.



Note
  1.  Arrigo Petacco, L'ultima crociata, Mondadori, 2007, pag. 165
  2.  Arrigo Petacco, L'ultima crociata, Mondadori, 2007, pag. 172
  3.  Arrigo Petacco, L'ultima crociata, Mondadori, 2007, pag. 178
Bibliografia
  • Basso Arturo da Carmignano di Brenta (a cura di), Marco d'Aviano. Corrispondenza epistolare. Abano Terme, Piovan, 1986-1991, 5 volumi: 1: Ecclesiastici, 2: Imperatore Leopoldo, 3: Famiglia imperiale, case reali e principesche, 4: Principi italiani e personaggi vari, 5:Indici, errata corrige
  • Basso Arturo da Carmignano di BrentaBeato Marco D'Aviano: dare un'anima all'Europa, profilo biografico riveduto e corretto da Venanzio Renier. Padova, Messaggero di Sant'Antonio Editrice, 2003 (seconda edizione)
  • Héyret M.Padre Marco d'Aviano, prefazione di Carlo Sgorlon, Padova, Messaggero di Sant'Antonio Editrice, 1999
  • Simonato R. (a cura di), Marco d'Aviano e il suo tempo: un cappuccino del Seicento, gli Ottomani e l'Impero. Atti del convegno storico internazionale Pordenone 12-13 novembre 1993. Pordenone, Edizioni Concordia Sette, 1993
  • A.PetaccoL'ultima crociata: quando gli Ottomani arrivarono alle porte dell'Europa A.Mondadori Ed.,2007
  • Giuliana V. Fantuz, in collaborazione con p. Venanzio Renier (postulatore della causa di canonizzazione di Marco d'Aviano), "Marco d'Aviano e Innocenzo XI - In difesa della Cristianità, 2006
Collegamenti esterni